Saranno 12 gli italiani al via del Fiandre numero 106, domenica. Solo 3 Nazioni – Belgio, 43; Francia, 18; Olanda, 15 – hanno più rappresentanti, ma è di fatto quasi impossibile pensare ai nostri come in lotta per la vittoria, a 3 anni dal successo a sorpresa di Alberto Bettiol. Curiosamente, su 12, 5 sono dell’Astana: Moscon (che però è lontano dalla forma migliore e non farà la Roubaix), Gazzoli, Boaro, Martinelli e Basso. Poi ci sono Bettiol (Ef-EasyPost), Mozzato (Beb Hotels), Affini (Jumbo-Visma), Oss (TotalEnergies), Pasqualon (Intermarché), Troia e Trentin (Uae-Emirates).

Proprio Trentin avrà un ruolo chiave al fianco di uno dei favoriti, Tadej Pogacar: il 32enne trentino, pur non al meglio per i postumi della caduta alla Parigi-Nizza, sarà la guida del fuoriclasse sloveno al debutto della Ronde.

“Meglio, ma di sicuro non sono in condizione di lottare per la vittoria”.

DUNQUE, SARÀ AL SERVIZIO DI POGACAR. QUAL È IL CONSIGLIO PIÙ IMPORTANTE?

“Ho esperienza su queste strade, che vanno conosciute bene. Gliele ho spiegate al meglio. Se ti trovi dalla parte o nel punto sbagliati, addio. Bello che Tadej sia qui, per tutto il ciclismo. Ama mettersi in discussione”.

DAVVERO PUÒ LOTTARE PER LA VITTORIA?

“Sì, è un vincente e se è qui, non è per accontentarsi neppure del secondo posto”.

MENTRE PURTROPPO NOI ITALIANI…

“Non è che qualcuno ci ha fatto il malocchio? È come se avesse giocato a bowling e ci ha abbattuti come birilli, uno a uno. Basti pensare a quanti di noi hanno avuto problemi fisici o sfortune”.

QUALCUNO DICE CHE IN TUTTI GLI SPORT STIAMO PAGANDO L’ANNATA STRAORDINARIA 2021.

“Di sicuro non vale per me, non avevo vinto un tubo o quasi l’anno scorso! Però in tanti non se la passano meglio. La Israel non aveva i corridori per partire in un Monumento come il Fiandre, penso non fosse mai successo prima”.